Finanza d’impresa

La Finanza d’impresa si può distinguere in due grandi aree, la Finanza Strategica e la Finanza Operativa. La prima si occupa soprattutto di quelle decisioni di lungo termine relative ai progetti di investimento da intraprendere, alla struttura del capitale (rapporto capitale di debito/capitale di credito) alle modalità ed alla tempistica con cui tali investimenti genereranno flussi di cassa. La finanza di breve termine, quella concernente il raggiungimento ed il mantenimento dell’equilibrio tra entrate ed uscite correnti relativo alla gestione della cassa, del magazzino, delle dilazioni clienti e fornitori, dell’esposizione bancaria a breve, è invece la finanza operativa che rientra nelle competenze della gestione della tesoreria.

Non sempre si presta attenzione alla tesoreria aziendale, così come alle decisioni di finanzia strategica soprattutto nel caso delle Microaziende. Difatti non di rado è possibile trovare imprese con strutture del capitale squilibrate, con un costo del capitale di credito troppo elevato, con finanziamento di investimenti strutturali con capitale di breve termine (o viceversa), con linee di affidamento sovradimensionate o poco coerenti con la tipologia di fabbisogno finanziario, oppure con una totale assenza di pianificazione finanziaria. Così come non di rado si incontrano imprese che non riescono a gestire in modo attento la dinamica finanziaria di breve termine strutturando in modo non adeguato la dinamica incassi/pagamenti così come i rapporti con il sistema creditizio. Ciò comporta delle situazioni di tensione finanziaria più o meno gravi ma che potrebbero, a lungo andare ed accavallandosi ed autoalimentandosi, portare al dissesto di una impresa pur in presenza di una situazione economica valida e sostenibile nel tempo.

Lo strumento di base per la Finanza Strategica è il piano finanziario. La pianificazione finanziaria consente, su un arco temporale di lungo termine, in genere 3 anni, di avere un quadro chiaro ed esauriente sulle dinamiche finanziarie che caratterizzeranno la vita aziendale in quel determinato periodo di vita e dà indicazioni e suggerimenti su come tenere o raggiungere una situazione di equilibrio finanziario stabile e durevole in cui le entrate stimate coprano adeguatamente e coerentemente le uscite. Un piano finanziario dunque racchiude in appositi prospetti le stime del fabbisogno finanziario e delle fonti di copertura ipotizzate.

La dinamica descritta dal piano finanziario è collegata sia al piano degli investimenti (fabbisogno di capitale fisso) che alle esigenze di gestione corrente (fabbisogno di capitale circolante). La redazione di un piano finanziario presuppone dunque che sia redatto un piano degli investimenti, che siano determinate le politiche di finanziamento (capitale di rischio, di credito, autofinanziamento, finanza agevolata), che si elabori un piano vendita ed approvvigionamento (necessario a stimare profitti e perdite) e che ad esso si colleghino le previsioni di flussi di cassa (cash management). Dunque un piano finanziario che descriva la dinamica finanziaria complessiva nell’arco temporale considerato, sarà la sintesi di informazioni di tipo corrente e di tipo non corrente e cioè informazioni relative alla gestione dell’attivo circolante (informazioni di tipo monetario/saldo corrente) e informazioni di tipo non corrente e strategico attinenti agli investimenti (informazioni di tipo finanziario/saldo finanziario).

Nella redazione di un piano finanziario, collegato alla presentazione della fattibilità finanziaria di un’iniziativa, è necessario procedere alla redazione di un piano di cassa che rappresenta le varie ipotesi di entrata ed uscita con cadenza mensile. La redazione del piano di cassa rappresenta uno step necessario ed un valido supporto per chi si occupa di finanza operativa e gestione della tesoreria aziendale.

La gestione della tesoreria e cioè della dinamica finanziaria di breve termine comprende sia decisioni legate all’attività tipica dell’impresa (c.d. working capital) sia le decisioni legate alle altre voci a breve termine non strettamente legate all’attività tipica aziendale. Chi è chiamato a gestire la tesoreria aziendale quindi deve occuparsi principalmente delle seguenti attività:

  • Stesura piano di cassa (o di tesoreria): redazione di un prospetto contabile che permetta di valutare mese per mese, l’equilibrio di cassa. Tale strumento è di fondamentale importanza per le imprese in Start up. Il maggior numero di cessazioni durante il primo anno è dovuto a crisi di tesoreria per mancata o errata pianificazione.
  • Gestione Cash management: dinamica finanziaria commerciale (incassi dai clienti e pagamenti ai fornitori); gestione del credito a breve con le banche.
  • Gestione del capitale circolante: liquidità di cassa, magazzino; ecc.

Il CFO o il consulente finanziario esterno è dunque chiamato a curare gli aspetti legati sia alla Finanza Strategica che alla Finanza Operativa. Si occupa della pianificazione finanziaria e del controllo degli scostamenti al fine di intervenire in modo tempestivo. I suoi strumenti sono:

  • Il Piano di Cassa
  • Il Bilancio Previsionale
  • Il Piano Approvvigionamento e Piano vendita
  • Il Piano degli Investimenti
  • Il Prospetto Fonti ed Impieghi
  • Il Cash Flow Statement

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